roccia

12.07.2015 - Graue Wand (3172 m) - Via Niedermann

Gruppo: Alpi Lepontine

Regione: Canton Uri (CH)

Località di partenza: Tiefenbach - inizio sentiero per l'Albert Heim Hutte

Struttura d'appoggio: Albert Heim Hutte

Esposizione: Sud

Sentieri utilizzati: Sentiero per l'Albert Heim

Massima elevazione raggiunta: 3172 m

Dislivello Totale: 1060 m

Dislivello della via: 400 m

Difficoltà: VI+ o VI/A0

Attrezzatura utilizzata: Normale da arrampicata. 10 rinvii. Corde da 60 m. Serie completa di friend fino al 3 BD.

Tempi di percorrenza: 2 h per l'attacco - 5 h la via - 2 per le doppie - 1h 30' per il ritorno alla macchina.

Descrizione generale
Luglio e ancora poco di buono nel paniere delle vie di quest'anno. Ci accordiamo in tre: io, Walter e Tommy. La destinazione è un capolavoro di Niedermann alla Graue Wand, una via logica, impegnativa e continua nelle difficoltà che risale la ripida a Graue Wand. Il lavoro di richiodatura l'ha resa più sicura, ma, a differenza di altri casi, non l'ha resa una via di plasir su cui arrampicare con i soli rinvii. L'integrazione è d'obbligo, le difficoltà sono continue e impegnano fisico e mente: una via da non sottovalutare. Le soste sono tutte sicure a spit. Noi decidiamo che io tirerò i primi 6 tiri nella parte bassa, poi mi darà il cambio Tommy per i 5 tiri finali. Piano definito: si parte.

Attacco, Descrizione della via
La sveglia mattutina è di buon ora, raggiungiamo Tiefenbach e lasciamo l'auto a quota 2106 m sulla strada del Furka, in corrispondenza delle indicazioni per l'Albert Heim Hutte. Volendo si può proseguire ancora un po' in auto (a pagamento), ma decidiamo per partire da qui a piedi. Zaino in spalla e via, raggiungiamo la piana sotto il rifugio e, senza raggiungerlo, pieghiamo a sinistra. Costeggiamo il fiume sulla sinistra (orografica) fino all'altezza della parete. Poi puntiamo per sfasciumi, ci sono già un paio di cordate davanti a noi, ma noi siamo in tre e ci staccheranno lungo la via: nessun intralcio. L'attacco lo individuiamo facilmente già da lontano: alla base si una larga fessura che spacca la parte bassa della parete: inconfondibile. Restano da indossare i ramponi per superare il cono glaciale che ci porta fino al sistema di fessure dove attacca la via. Un ultimo risalto con una corda fissa e siamo sul terrazzo su cui ci leghiamo.

1° tiro:
Come concordato tocca a me. Arrampicare "a freddo" mi crea sempre delle difficoltà soprattutto sui passi di aderenza. Le fessure verticali aiutano, ma un paio di passi richiedono di raccogliere la fiducia nel lavoro del risuolatore. Le protezioni si dichiarano subito logiche, ma rade. Comunque arriviamo in sosta alla base della grande spaccatura senza particolari grattacapi. 40 m; V+/VI-; 2 spit.

2° tiro:
Il riscaldamento lo abbiamo fatto. Il secondo tiro si presenta più impegnativo: seguiamo l'evidente fessura camino che subito presenta una bombatura impegnativa. Poi si prosegue per lame superficiali comunque impegnative fino alla sosta. 45 m; VI; 5 spit 1 chiodo.

3° tiro:
Rimontiamo ancora fino alla base di una fessura atletica e delicata da proteggere con un friend medio piccolo. Superato il passo più difficile si prosegue su lame in Dulfer, ancora da proteggere con attenzione. Sul passo chiave peno un po', mi da sicurezza il friend messo poco sotto di me, ma rischio un piccolo volo, comunque con orgoglio passo senza azzerare. 45 m; VI+; 2 spit e 1 chiodo.

4° tiro:
Finalmente un tiro di V. Io mi complico la vita spostandomi troppo a sinistra subito dopo la sosta e mi autocostringo a un passo delicato e sprotetto. In realtà si deve entrare nel camino sopra la sosta per aggirare un tetto accennato. Poi dritti per belle fessure (IV+) fino in sosta. 30 m; V; 2 spit e 1 chiodo.

5° tiro:
Da qui la sezione più impegnativa della parte bassa è terminata. Adesso due tiri meno duri, ma comunque sempre da arrampicare con cautela. Ci spostiamo a destra verso l'evidente canale che esce sulla cengia erbosa. 30 m; IV; nessuna protezione intermedia. 35 m; 5c+; 6 spit.

6° tiro:
Lunghezza di raccordo. in parte si cammina in parte si arrampica su terreno semplice. Ci si sposta a sinistra sotto una fessura da cui attacca la seconda parte. 30 m; III; nessuna protezione intermedia.

7° tiro:
Da qui il comando passa a Tommy che subito deve affrontare una fisica larga lama staccata. Terminata la lunga lama il tiro prosegue ad arco verso sinistra seguendo fessure tutt'altro che facili. 45 m; VI-; 4 spit.

8° tiro:
Proseguiamo per il diedro. Al suo termine ci spostiamo su cengia a sinistra fino in sosta. 25 m; IV; 1 chiodo e 1 spit.

9° tiro:
Dalla sosta rimontiamo il primo muretto verticale, per raggiungere una zona fessurata che porta alla placca che conclude il tiro. La placca è tutt'altro che banale e i passo duri non sono proteggibili con i friend. Tanta fiducia e si va un po' fuori dalla protezione sottostante. 45 m; V+ e VI-; 5 spit.

10° tiro:
Dopo 9 tiri continui come si può sperare che sia il decimo? Ovviamente fisico! Tommy affronta il camino fessurato non difficilissimo, ma sicuramente atletico. Bel tiro per continuità e impegno. 45 m; V+ e VI-; 4 spit.

11° tiro:
Praticamente siamo fuori. Il tiro è abbastanza breve, rispetto ai precedenti. Affrontiamo le ultime fessure e, dopo un paio di chiodi, superiamo sulla destra l'ultima placca che ci porta sul filo di cresta. 30 m; IV+ e V; 2 spit e 1 chiodo.

Stanchi e soddisfatti percorriamo verso destra la facile cresta e raggiungiamo a non molti metri di distanza la prima sosta di calata.

Discesa
Discesa.
In doppia lungo la via linea verticale. Nella parete alta si resta a destra (viso a monte) della via. La terza calata percorre il settimo tiro della via. Da qui sulla sinistra (sempre viso a monte) della via fino alla base. Poi per la stessa strada di salita. Noi abbiamo fatto ancora una doppia dal terrazzo di partenza della via lungo la parte ripida del nevaio. Ci è parsa la soluzione più rapida...

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