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Aprile-Maggio 2013 - Iran - Monte Damavand (5670 m)

Destinazione: Monte Damavand (5670 m)

Mezzi usati: aereo, furgone, piedi, sci

Struttura d'appoggio: rifugio di Gosfand, campi con tende

Attività praticate: scialpinismo visite culturali

Ambienti frequentati: pianure desertiche, alta montagna

Periodo di permanenza: 1 settimane

Il nostro viaggio

Tutto iniziò così:
Ricevo una telefonata di Salvatore verso fine di Novembre.
Salvatore: ciao Christian hai programmi per la primavera?
Io: mmm no, tu?
Salvatore: andiamo in Iran a fare una cimetta con gli sci?
Io: perché no!

La nostra avventura per il Mt. Damavand è iniziata il 24 aprile con partenza dall’aeroporto di Bergamo, dove al check-in incontriamo subito i primi problemi in quanto ci dicono che i nostri visti non sono validi!!! il tutto fortunatamente risolto con una telefonata in ambasciata Iraniana.
Arrivati a Teheran alle 04.00 di mattina dopo sette ore di aereo ci siamo recati in hotel per chiudere gli occhi per qualche ora. Dopo colazione si entra subito nella parte viva del viaggio ultimi controlli dei materiali, pagamenti dei permessi necessari per entrare nel parco del Mt. Damavand e acquisto delle provviste, nel pomeriggio facciamo un giretto in città.
Il 26 aprile siamo partiti verso le 09.00 lasciando la capitale iraniana in direzione del Mt. Damavand, dopo 3 ore di macchina e qualche fermata per fare qualche foto ed ammirare il panorama stupendo delle cime del gruppo montuoso dell’Elburz, siamo arrivati a Polur, da li avanti fino a Reineh a 2200mt dove abbiamo fatto cambio macchina con un fuoristrada raggiungendo rifugio di Gosfand a circa i 3000mt che sarà il nostro campo base.
Il tempo era stupendo, ma sulla cima si vedeva il tipico “cappello” di nuovole misto neve dovuto ai forti venti in quota, le temperature sulla cima dovevano essere sicuramente molto basse.
Nei giorni precedenti a Teheran guardavamo il meteo da internet e le temperature percepite arrivavano fino a punte di -37°.
Dopo avere passato una notte molto tranquilla al campo base,verso le 09.30 siamo partiti iniziando la salita che ci avrebbe portati fino al Rif.Bagah Sevom a 4250mt.
Il sentiero è ben marcato e viene sfruttato molto nel periodo estivo da tutti coloro che vogliono salire su questa cima a piedi. Per raggiungere il secondo rifugio dal campo base ci s’impiega circa quattro ore.
Noi forse ne abbiamo impiegate anche cinque perché visto che praticamente si saliva senza effettuare alcun acclimatamento era meglio salire molto gradualmente. Volendo si potevano gia calzare sci e pelli ma abbiamo preferito salire a piedi rendendo così la salita molto più tranquilla fino al rifugio.
Al nostro seguito c’erano due muli che ci hanno aiutato a trasportare molto materiale come sci, scarponi e provviste. Mano a mano che si saliva si iniziava ad intravedere il rifugio ed abituati a nostri caldi e accoglienti si iniziava già a pensare ad un bel salone caldo e accogliente , ma una volta entrati siamo rimasti perplessi ! non è riscaldato in alcun modo e per quanto riguarda la pulizia lasciamo perdere che è meglio.
Ceniamo e ci tuffiamo nei sacchi a pelo ed iniziamo a fare qualche considerazione sulla salita e si decide di partire il giorno seguente per la cima anche se i piani iniziali prevedevano un giorno al rifugio ma visto il fermento nel vedere la cima e le condizioni ottimali sia nostre che della neve cambiamo i programmi.
Il giorno seguente sveglia alle 05.00 ed in tempo zero mi ritrovo di fuori a vomitare (iniziamo bene !) gli altri fanno una veloce colazione, ultimi controlli dei materiali e finalmente si parte. Le nostre “guide” o meglio locals ci tirano il pacco dopo varie discussioni sulle previsioni in quanto loro sostenevano che sarebbe diventato brutto, ma più semplicemente era una scusa perché era molto freddo e loro non avevano attrezzature per tali temperature.
Click clack sci agganciati e si parteeeeeeee!!! le sensazioni che avevo erano quelle che si hanno la mattina appena ci si sveglia dopo una serata diciamo impegnativa, ma via via che si sale inizio a stare bene.
A 5200 mt circa abbandoniamo gli sci come ci era stato suggerito dai “locals” mettiamo i ramponi e si percorre la cresta infinita ed iniziamo a sentire gli effetti della quota e come se non bastasse si aggiungono anche dei soffioni di zolfo che aumentano ancora le difficoltà.
Appena sotto la cima questi soffioni di zolfo si rendono ancora più intensi e aggirandoli arriviamo Vetta ai 5670 mt del Mt. Damavand scattiamo un paio di foto e si parte subito per la discesa. Le condizioni della neve erano spettacolari e ci regalano quasi 2300 mt di discesa da favola!! prima su neve leggermente ventata e poi su dell’ottimo firn che purtroppo divoriamo in poco tempo ed in un attimo siamo prima al rifugio a 4250 recuperiamo i materiali lasciati e contrariamente a quanto fatto in salita scendiamo con gli sci cercando de canali ancora innevati e lingue di neve e sciamo fin quasi al campo base.
La salita pensavamo fosse molto meno impegnativa ma il giorno della cima bisogna fare circa 1500 mt di dislivello con uno sviluppo rilevante.

Francamente all’inizio della pianificazione del viaggio avevamo tutti qualche perplessità e preoccupazioni, soprattutto le nostre famiglie per via di quello che si legge sui giornali o sentiamo alla TV, ma facendo qualche considerazione alla fine del viaggio ho avuto la conferma che televisioni , giornali e tutto il sistema delle comunicazioni ci fanno vedere e/o riportano le notizie che più fanno comodo a volte gonfiando in maniera esponenziale delle notizie banali o sminuendo notizie importanti. Nel viaggio devo dire che non abbiamo riscontrato alcun tipo di problema sia di carattere logistico che politico anzi si tratta di persone molto socievoli.
Grazie ai miei compagni di viaggio Salvatore Lucio e Christian

by Christian

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