scialpinismo

28-29.12.2012 - Engadina - Piz Belvair (2822m), Chamanna d'Es-Cha (2594m), quota 2930 m

Gruppo: Alpi Retiche - Engadina

Regione: Canton Grigioni (Svizzera)

Località di partenza: Madulain

Struttura d'appoggio: Chamanna d'Es-Cha

Esposizione: Sud

Difficoltà: MS

Quota di partenza: 1690 m

Massima elevazione raggiunta: 2937 m

Dislivello Totale: 1876

Sviluppo: 15,6 km

Riferimento cartografico: Carta Nazionale Svizzera 1:25000 numero 1237 - Albulapass

Tempi di percorrenza: percorso effettuato in 2 giorni per scelta

Descrizione generale
Quale modo migliore per vivere la montagna in piena veste invernale se non organizzare un piccolo tour con le pelli e un pernottamento in rifugio attrezzato, ma non gestito?
Considerato, a malincuore, che sulle Alpi Italiane è difficile trovare una struttura che si presti per rendere comodi anche i bivacchi invernali (se qualcuno avesse invece delle informazioni che possano smentirmi sono bene accette) abbiamo optato per la vicina Svizzera.
Visto il meteo e le pessime condizioni della neve abbiamo scelto la comoda Chamanna d'Es-Cha, nei Grigioni, sopra l'abitato di Madulain; senza un vero e proprio programma scialpinistico, ma con lo scopo principale di visitare la zona e passare una notte in quota.
Non poteva andarci meglio per la gita solitaria su 30 cm di neve fresca e per la confortevole accoglienza della struttura anche se disabitata. Legna da ardere, stoviglie pulite, letti comodi e temperature da igloo :)
A parte il cielo coperto della prima mattinata e qualche raffica di vento che ci ha accompagnato attraverso paesaggi silenziosi fino alla capanna.
Il secondo giorno il periocolo di slavine è sensibilmente aumentato insieme alle temperature che hanno reso la fresca del giorno precedente molto coesa e pericolosa.
Nonostante questo non ci siamo dati per vinti ed abbiamo solcato i dossi più sicuri e le tratte meno esposte spingendoci fino in fondo alla valle di Müra sin quasi alle pendici del Piz Cotschen, l'Agouglia d'Es-Cha e la Porta d'Es-Cha che, attraversandola, ci avrebbe depositato sulla Vedretta di Porchabella.

Accesso, Descrizione dell’itinerario
Lungo la strada che attraversa l'Engadina e passata St. Moritz si incontra l'abitato di Madulain da dove parte la nostra gita. E' possibile parcheggiare proprio sotto la stazione in un parcheggio libero.
Appena a sinistra della stazione si incrocia un passaggio a livello che si attraversa per prendere una stradina che porta ai prati sopra il paese in direzione nord verso il bosco lasciando la pronunciata valle di Müra a sinistra.
Oltrepassare l'alpeggio di Es-Cha Dadour e puntare agli ampi e regolari dossi sempre in direzione nord.
Sopra il bosco e i primi pendii abbiamo incrociato l'Alpe Belvair a quota 2261 m. Da qui la direzione è sempre più logica ed evidente anche se la cima si nasconde dietro i dossi.
Per maggioe sicurezza abbiamo solcato sempre la dorsale che per circa 200 m in prossimità dell'arrivo si presenta più ripida.
Dalla cima è possibile seguire più itinerari di discesa verso il paese, quello classico è per la traccia di salita.
Noi invece per raggiungere la Chamanna, seconda e ultima nostra meta della giornata, evitando di perdere troppa quota, ma comunque godendoci una bella sciata abbiamo optato per i pedii a sud ovest che portano in Val Müra al centro di un bel anfiteatro solcato dal torrente Ova d'Es-Cha fino a quota 2450 m.
Attraversato il corso d'acqua con breve risalita fino alla Chamanna d'Es-Cha a 2594 m.
Le condizioni del rifugio sono eccellenti e il nostro pernotto è stato comodo. Si deve intendere chiaramente che l'acqua corrente non è prevista ma per fortuna la neve non manca e ci è facile scioglierla nel pentolone sulla stufa alimentata a legna precedentemente tagliata e accatastata con cura all'interno della capanna dal rifugista.
Una bella zuppa, del buon formaggio e qualche wurstel hanno allietato la nostra cena. Oramai raggiunti i 14°C ci godiamo anche un meritato riposo.
Il giorno seguente con le idee oramai chiare ci alziamo di buon ora per praparanci un buon te e ripulire minimamente la stanza usata e risalire il costone sopra la capanna fino a giungere a quota 2950 m ad un pendio esposto e a nostro giudizio poco stabile dalla Porta d'Es-Cha.
Da qui ridiscendiamo i pedii a ovest e con breve ripellata ci dirigiamo verso la Fuorcla Pischa che si interpone appunto tra il Piz Pischa e il Piz Blaisun. Purtroppo pendii troppo ripidi e carichi ci dividono dalla nostra meta e decidiamo per scendere nuovamene e risalra alla capanna.
Altra breve discesa ci porta sull'Ova d'Es-Cha a quota 2350 m e altra breve salita (200 m circa) per ritornare sui dossi del Piz Belvair.
Da qui la discesa su neve scaldata e pesante ma ancora ben sciabile ci conduce alla nostra vettura.

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